Parmenide e il pensiero dell'essere

 Parmenide e il pensiero dell'essere

Il poema di Parmenide

La visione di Parmenide era opposta a quella di Eracle.
Era il filosofo dell'unità e della stabilità, scrisse un poema in versi intitolato Sulla natura, nella cui opera si riflette l'aspirazione a una sapienza sacrale. Nel proemio, Parmenide immagina di essere trasportato da un carro e di ricevere da una dea la rivelazione sulla verità che dovrà comunicare al mondo.
Sebbene la cornice sia di carattere religioso, la materia del messaggio parmenideo e le movenze argomentative del suo discorso sono decisamente filosofiche razionali.

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Parmenide e l'origine della scienza della logica - La Città Futura
Parmenide

Solo l'essere esiste e può essere pensato

 Il messaggio di Parmenide, espresso in modo oscuro e difficile, può compendiarsi nella seguente affermazione: l'essere è, e non può non essere, mentre il non essere non è, e non può essere; il che significa che soltanto l'essere esiste e che il non essere, non esiste e non può neanche essere pensato. La nostra mente e il nostro linguaggio, possono riferirsi solo a qualcosa che c'è, e dunque all'essere, mentre il non essere risulta impensabile e inesprimibile.  

Per Parmenide il termine "essere" viene inteso come ciò che è comune a tutti gli enti e che esiste nella pienezza assoluta e perfetta, eterna e immobile; se una cosa esiste, secondo il suo modo di pensare, non nasce né perisce, non si muove e non cambia. Si tratta di una prospettiva nettamente antagonista alla concezione dinamica dell'universo di Eraclito.

La preferenza di Parmenide per l'essere inteso come uno, necessario, immobile, finito, omogeneo ed eterno, deriva essenzialmente da un procedimento logico sottile e avveduto.


La deduzione logica degli attributi all'essere

Parmenide, come molti dei filosofi arcaici, parte dal presupposto che il mondo non possa derivare dal nulla, perché se esso derivasse dal nulla sarebbe la fine della realtà e del pensiero

La preoccupazione primaria di Parmenide è quella di non far derivare l'essere dal suo opposto, il non essere (o nulla); pertanto, il metodo seguito dovrà essere una deduzione rigorosa attraverso la quale individuare quegli attributi che non contrastano con l'integrità dell'essere stesso.

Caratteristiche dell'essere secondo Parmenide:

- l'essere è ingenerato e imperituro

- l’essere è eterno

- l’ essere è immutabile e immobile

- l'essere è finito


Una verità difficile da accettare

Con le analisi di Parmenide nella filosofia vengano introdotti alcuni principi logici fondamentali: 

  • il principio di identità: A=A: l'essere è ed è identico a se stesso;
  • il principio di non contraddizione: l'essere è, dunque non può non essere;
  • il principio del terzo escluso: ogni cosa o è, o non è (una terza posizione è da escludersi categoricamente).

Parmenide si rendeva conto che la sua tesi di un essere concepito come una grande sfera, immobile, eterna, sempre uguale a se stessa, era qualcosa di sorprendente e difficile da accettare e, infatti, la presenta come un'ardua e dura verità che in pochi possono condividere con lui 


Zenone e i paradossi logici

Zenone di Elea era un fedele discepolo di Parmenide, che cercò di dimostrare con sottili argomenti logici che chiunque si fosse discostato dall'insegnamento del maestro sarebbe caduto in una serie di insanabili contraddizioni logiche.

Parmenide sosteneva essenzialmente due tesi:

  • l'essere è uno;
  • l'essere è immutabile.

Zenone confutava, con la sua sottile arte dialettica, coloro che affermavano:

  • la pluralità dell'essere e delle cose (i pitagorici);
  • il movimento (Eraclito e gli eraclitei).

Tutti i suoi argomenti, in definitiva, si possono ricondurre alla seguente affermazione: se si ammette che la realtà è mutevole e molteplice, si cade nell'assurdo.

Il modo in cui lui “smontava“ le tesi degli avversari era rendendole paradossali, e una volta ridotte all'assurdo ritornava a quelle opposte del suo maestro, Parmenide.


Frasi di Zenone, il filosofo del portico - La Mente è Meravigliosa
Zenone

La confutazione delle tesi sul movimento

"Achille dal piede veloce"  chiamato paradosso
L'argomento sostiene che in una competizione Achille non sarà mai in grado di raggiungere la tartaruga se essa dovesse partire con un po di vantaggio, visto che nel tempo in cui Achille raggiungerà il punto di partenza della tartaruga lei sia avrà raggiunto un punto successivo e cosi avanti all'infinito. In tal modo Achille non avrebbe nessuna possibilità di raggiungere l'avversaria. 

Nel mondo della matematica: il paradosso di Achille e la tartaruga - CBlive
Achille dal piede veloce

Questa tesi si basa sul presupposto dell'infinita divisibilità dello spazio.
Aristotele cercherà di risolvere questo rompicapo, dicendo che lo spazio fisico reale è sempre finito, mentre l'infinità deve essere considerata solo una possibilità teorica, un concetto della ragione, un ente matematico. In una situazione concreta come quella della gara, Achille raggiungerà la tartaruga perché lo spazio che li divide è reale e perciò finito.
La “riduzione all'assurdo“ da parte di Zenone costituisce una delle prime forme di ragionamento applicato alle discussioni filosofiche.

Biografia di Aristotele
Aristotele

Sotto questo punto di vista si può concordare con Aristotele, il quale considerava Zenone come I «inventore della dialettica», ossia della forma più antica di ragionamento.

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